20.8.15

PIETRELCINA 12/13 luglio 2014

12 LUGLIO 2014
Finalmente ci siamo!!!! Grazie Dio per avermi aiutato a realizzare il sogno di portare i miei genitori  a Pietrelcina da Padre Pio. Oggi 12 luglio per me sarà una giornata storica!!! Ok ci siamo direzione Fabrica di Roma, dove ci attendono i miei genitori con il caffè pronto e la valigia sulla porta. Arrivati a casa non facciamo neanche in tempo a spegnere il motore della macchina che subito ripartiamo per arrivare il prima possibile a Pietrelcina, non vogliamo perdere neanche un minuto di questi, almeno spero due giorni stupendi che ci attendono. L'unico mio pensiero è solo sul Bed e Breakfast che ho scelto, dato che di solito per queste cose se ne occupa mio marito, questa volta ha lasciato fare tutto a me. Spero vivamente di non deludere nessuno. Arrivati a destinazione ad accoglierci troviamo il proprietario della Maison du Pont (http://www.pensionelamaisondupont.it/) il signor Antonio, che ci ha subito conquistati con la sua allegria, cortesia e simpatia.
Sapendo che saremmo arrivati per l'ora di pranzo e non sapendo se eravamo stanchi abbiamo deciso di portarci il pranzo da casa a base di insalata di pollo, pizza e mortadella e prosciutto e melone, secondo me i pranzi più belli quando si fanno le gite. Grazie ad Antonio che ci ha messo a disposizione il parco con il gazebo abbiamo pranzato lì. Finito il pranzo siamo andati nelle rispettive camere per darci una rinfrescata ed iniziare cosi il nostro cammino sulle orme di Padre Pio. (Pietrelcina è un piccolo e pittoresco paese. Le case secolari costruite con calce magra e pietra dura sono poggiate sulla viva roccia addossate le une alle altre, con vicoli e vicoletti, ripide salite e discese. In questo paesino di contadini e che ricorda un
presepe il 25 maggio 1887 nacque Francesco Forgione, figlio di Grazio Forgione e di Maria Giuseppa De Nunzio. Qui vive gli anni della sua adolescenza, tranquillamente tra scuola, chiesa, casa e campagna. Infatti è proprio a Pietrelcina che è nato e per i suoi fedeli torna a nascere ogni giorno Padre Pio). Io e mio marito già eravamo stati in questo luogo per me sacro, ma ritornarci è stata ugualmente una forte emozione. Io ho realizzato che stavo realmente a Pietrelcina nel momento in cui abbiamo varcato l'arco di entrata del paese chiamato La Porta Madonnella. (Il cuore storico di Pietrelcina è il "Castello" rione medievale da cui si accede proprio dalla Porta Madonnella, dove vi è un'edicola murata composta da 30 formelle di maioliche con rappresentazioni sacre. Al centro la Madonna Incoronata apparsa ad un 
contadino su di un'albero con due buoi accanto, sulla sua destra un'altro quadro raffigura Sant'Antonio da Padova, con il bambino Gesù in braccio, mentre sulla sinistra l'Arcangelo Michele che schiaccia la testa del serpente.Qui Padre Pio passava tutti i giorni, per andare a scuola, in chiesa o a Piana Romana, dove custodiva il piccolo gregge di famiglia. Da sacerdote formò qui il primo gruppo di preghiera per le devozioni alla Madonna, soprattutto nel mese di maggio e sempre qui faceva il rosario in occasione della "novena" che precedeva la ricorrenza dei Santi raffigurati nell'edicola). Che bello, ora possiamo realmente dire che il nostro cammino spirituale alla scoperta di questo santo uomo è realmente iniziato. E allora via la nostra prima tappa è la Chiesa Santa Maria Degli Angeli.
(La Chiesa Santa Maria Degli Angeli chiamata anche Chiesa Madre di Pietrelcina, è in stile neo-classico, affiancato da una torre campanaria con orologio. Distrutta nel 1688 da un terremoto venne ricostruita e consacrata nel 1701. L'interno a tre navate conserva numerose testimonianze della vita di Padre Pio. In questa chiesa San Pio dal 1910 al 1916 svolse il suo ministero pastorale, ed il 14 agosto del 1914 celebrò la sua prima messa. Al suo interno si venera la
Madonna della Libera, patrona di Pietrelcina, statua lignea del XVII secolo. Nel 2000 la facciata è stata impreziosita dal portale in bronzo, composto da otto formelle che raccontano la storia di Pietrelcina e di Padre Pio). Che emozione si provano in questi luoghi, si respira veramente un'aria di pace e tranquillità, ma la cosa che più mi ha emozionato è stata quella di vedere i miei genitori cosi 

felici e tranquilli. Usciti dalla chiesa ci siamo incamminati all'interno del paese intrufolandoci nelle sue stradine, viuzze  
e scalinate che sembra quasi di camminare all'interno di un presepe. Passando davanti a piccoli negozietti di artigianato e souvenir arriviamo alla famosa Torretta. (Proprio a ridosso  dei resti del castello baronale e a pochi passi dalla casa natale di Padre Pio si trova la Torretta. Si tratta di una piccola stanza da cui si accede da una ripida scalinata. Qui visse il frate tra il 1909 e il 1912, in cui anni di malattia lo tennero lontano dal convento. In quell'epoca la regola dei cappuccini era molto ferrea e ordinava che qualora fossero costretti a vivere per lunghi periodi lontani dal convento, non potevano comunque vivere con la famiglia. Cosi i genitori gli 
affittarono questa piccola stanza per trascorrere i mesi invernali e gli costruirono una capanna a Piana Romana per i mesi estivi, proprio di fianco all'olmo di cui il frate era molto affezionato. Proprio nella Torretta Padre Pio diede inizio al suo "Epistolario" cioè i scontri con il diavolo e anche il conforto visibile di Gesù, la Madonna e San Francesco). Mio Dio che sentimenti forti si possono provare in un luogo del genere, non ci sono parole per descriverlo, bisogna venirci di persona, ma soprattutto bisogna crederci sopra ogni cosa, altrimenti è inutile, si può venire si in visita a Pietrelcina, ma non si potranno mai provare quelle belle emozioni e quei brividi lungo la schiena che ti trasmette questo luogo solo al pensiero che qui ha camminato un Santo. Per poter salire sulla Torretta bisogna salire tramite 
una scalinata di roccia molto ripida, credevo proprio che i miei genitori non sarebbero mai riusciti a salire, dato che purtroppo non stanno molto bene con le gambe, mentre con mio grande stupore, un gradino alla volta e passo dopo passo sono arrivati entrambi in cima. Secondo me è l'energia di Padre Pio oggi ha farli camminare cosi. Che bello, oggi sto toccando il cielo con un dito ha vedere i miei genitori cosi!!!! Scesi piano piano i gradini ci siamo inoltrati in Vicolo Storto Valle, dove nel lontano 25 maggio 1887 nacque Francesco Forgione, al secolo Padre Pio. ( Al civico 27 si trova la camera da letto dove nacque il Santo, mentre al civico 28 si accede alla
cucina, con il focolare e la sala da pranzo dove si svolgeva la vita del piccolo Francesco. Il focolare era il ritrovo della famiglia, dove si recitava il rosario tutti insieme dopo il duro lavoro nei campi. All'interno di questo ambiente si possono ammirare gli utensili che si usavano una volta. Qui Padre Pio ebbe le sue prime esperienze soprannaturali e sperimentò l'autoflagellazione, era sua abitudine dormire per terra con 
una pietra come cuscino. Nel pavimento si trova una botola che porta in un locale sottostante, usato come magazzino e stalla dell'asino). Come si viveva con poco una volta, veramente il detto due cuori e una capanna è proprio appriopriato, almeno per quei tempi, mentre oggi si ha tutto  e si vuole l'impossibile e senza neanche rendercene conto stiamo vivendo in un mondo
senza più valori e molto triste.
Il cuore va a mille e i brividi scorrono su tutto il corpo all'idea che qui è nato un Santo, dove ha mosso i suoi primi passi, mio Dio è tutto cosi surreale da farmi anche scendere una piccola lacrima di commozione. Continuando a camminare in queste strette stradine acciottolate fatte anche di brevi ma ripide salite arriviamo proprio davanti la piccola Chiesa di Sant'anna. (La chiesa di Sant'Anna risale al XIII secolo. A due navate, dietro l'altare maggiore si può ammirare la tela raffigurante la Madonna di Loreto del 600, mentre nella navata minore si trovano piccole nicchie con le statue settecentesche raffiguranti l'Assunta, l'Incoronata e Santa Rosa e l'altare dedicato a Sant'Anna dove sono conservate le reliquie di Padre Pio. All'interno della chiesa 
si trova il Fonte Battesimale dove il 26 maggio 1887 il piccolo Francesco Forgione ricevette il battesimo, il 27 settembre 1899 la prima comunione e la cresima. Questa chiesa racconta tutto il cammino spirituale di Padre Pio, nascita, battesimo, comunione, cresima, vita eucaristica, estasi e visioni. Qui Padre Pio celebrava la Santa Messa e confessava i cristiani, ebbe
anche esperienze mistiche come le apparizioni di Maria e dell'Angelo Custode). Stupenda veramente stupenda!!!!!!!!!!!!!! Appena si entra in questa chiesa la prima impressione può essere quella di una chiesetta molto semplice, ma in realtà questa chiesa conserva tutta la reale vita di Padre Pio, da quando era bimbo fino alla sua morte. In questo luogo è veramente impossibile non emozionarsi e non avere il cuore con i battiti a mille. Per me era la seconda volta che entravo in questa chiesa eppure l'emozione è stata la stessa della prima volta. Usciti dalla 
 chiesa ci siamo di nuovo incamminati nei vicoli di questo paesino, dove incontriamo anziane donne che sedute su piccoline sedie di paglia vendono origano fresco, sembra veramente di stare all'interno di un presepe vivente. Passo dopo passo, emozione dopo emozione arriviamo nella casa di Via Santa Maria degli Angeli 44 cioè la Casa del fratello Michele. 
(Quando la totale ed estrema sofferenza fisica non permisero a Padre Pio di vivere nella Torretta allora si trasferì nella casa del fratello Michele. Una piccola e graziosa casetta formata da tre vani, dove il frate visse tra il 1910-1912 fino al 17 febbraio 1916. In questa casa dal 1941 al 1943 visse Mary Pyle, figlia spirituale di Padre Pio. Qui il frate molto debole nel fisico dovette affrontare molte lotte con il demonio, si spirituali che fisiche con percosse). Quanta sofferenza ha dovuto subire 
quest'uomo in tutta la sua vita, ed insieme a lui, anche tutte le persone che gli stavano vicino. La sua lunga sofferenza però ha dato e continuerà a dare gioia  serenità a molti suoi pellegrini. Dopo di qui decidiamo di andare a fare un pò di shopping, tra i tanti negozietti che vendono santini, rosari e molti altri articoli caratteristici del luogo come i biscotti, la pasta e i tegami di terra cotta. Devo proprio dirlo, 
noi non ci siamo fatti mancare proprio nulla. Ed ora, un aperitivo al bar nella piazza centrale e dopo di che via nel nostro B&B per farci una doccia e riposarci un pochino, dato che  con tutti questi sampietrini, salite e scale i piedi cominciavano un pochino a bruciare. Ora dopo aver approfittato di questo siamo pronti per riprendere il nostro cammino verso il Convento e Museo di Padre Pio. (Proprio  




 affianco al Convento dei Frati Cappuccini 
si trova il Museo di Padre Pio. Al suo interno si possono ammirare oggetti della vita quotidiana del frate, dalla culla che lo ha accolto il 25 maggio 1887, lo scrittoio dove svolgeva i compiti e poi gli indumenti, i mezzi 


guanti e il saio che indossò il 22 gennaio del 1903 abbandonando cosi il suo nome di battesimo e assumendo quello di Fra Pio). Per chi crede in questo santo, ma anche per chi non ci crede, io consiglio almeno una volta nella vita una visita a questo museo. La cosa più emozionante è stata vedere come ad ogni oggetto appartenuto a Padre Pio i miei genitori si fermavano a guardarlo, studiarlo e osservarlo molto attentamente, con un'emozione speciale negli occhi.
Ed ora mentre i miei genitori ci aspettano seduti fuori dal convento, io e mio marito andiamo a prendere la macchina per andare a cercare un ristorante dove poter cenare, sinceramente sono contenta di mettermi un pò seduta, perchè forse oggi con il piede ho esagerato un pochino. Il ristorante che abbiamo scelto si chiama "Trattoria Pizzeria Strike", lo 
stesso dove anni prima avevamo cenato io e mio marito, nella nostra prima visita a Pietrelcina. Me lo ricordavo bene, dato che abbiamo mangiato veramente bene e qualità e prezzo è ottimo. Lo consiglio vivamente, si trova proprio alle spalle del Convento Museo di Padre Pio, in via Francesco Paga 44. Mamma mia che mangiata, siamo stati veramente bene. Finita la cena un pò anche provati dalla stanchezza siamo andati subito a fare le ninne.
     
13 LUGLIO 2014
Buongiorno e che giornoooo!!! In questo b&b è veramente tutto perfetto, il
proprietario Antonio ci ha fatto trovare una tavola imbandita per fare la prima colazione di tantissime cose gustosissime. Se devo dirla tutta, questa è la prima volta, che lasciando un luogo dove ho alloggiato mi dispiace cosi tanto da farmi scendere una lacrima, veramente un posto incantevole e proprietario eccezionale. Purtroppo è ora di andare, bagagli caricati, ultimo saluto ad Antonio e via verso Piana Romana. (Piana Romana è una frazione di Pietrelcina e una volta si poteva raggiungere  solamente a piedi passando per una mulattiera, il centro abitato distava
circa mezz'ora a piedi dal paese. Qui a Piana Romana la famiglia Forgione aveva dei possedimenti di terreni e nei periodi di pieno raccolto dimoravano proprio nella masseria di loro proprietà. Nell'apprezzamento di terreno di proprietà della famiglia di Padre Pio, sono conservati ancora oggi alcuni tra i più importanti oggetti di vita quotidiana del frate, come il famoso Olmo delle Stimmate, il Seggiolone ed il Pozzo). Appena arriviamo la seconda cosa che vediamo oltre la Statua del Santo è il famoso Pozzo. (Proprio lungo il viale che una volta erano le vigne della famiglia Forgione e che oggi conduce alla chiesetta di San Francesco si trova il pozzo in pietra ancora oggi conservato. 

Si racconta che Padre Pio adolescente, stanco di vedere il padre scavare invano alla ricerca dell'acqua, gli indicò il luogo dove scavare secondo un suggerimento di Gesù. Grazio disse al figlio che se l'acqua non fosse uscita, avrebbe messo a lui dentro la buca. Inutile dire che dopo pochi metri uscì l'acqua). Madonna che spettacolo, qui è veramente impossibile non calpestare la terra dove a camminato Padre Pio, veramente meraviglioso. Continuando a camminare, poco più giù del pozzo si trova la piccola 

Chiesetta di San Francesco. (In questo luogo una volta vi   
era una capannuccia di paglia poggiata sul robusto tronco di un olmo, dove Francesco spesso si fermava a pregare, infatti una volta disse " quella capannuccia per me era diventata una vera chiesetta". Fu proprio qui che Padre Pio cominciò a soffrire i dolori delle stimmate Oggi l'olmo ormai secco è stato plastificato, ed è custodito all'interno della chiesetta insieme a tre statue, San Pio in ginocchio davanti all'olmo, San Francesco e l'Immacolata). Che  

emozione vedere quell'olmo , e pensare che proprio sotto la sua ombra era solito riposare Padre Pio nei giorni estivi e di molto caldo, quando portava a pascolare le pecore e proprio qui ricevette le sue prime stimmati. Io ho provato a chiudere gli occhi e quello che ho visto non posso scriverlo, perchè sono quelle emozioni indescrivibili che si possono provare

solo andando li di persona, posso solo dire che il cuore
sembrava esplodermi dal petto. Proprio accanto alla Chiesa di San Francesco si trova il famoso Seggiolone. (Il Seggiolone sono due grosse pietre a cui Padre Pio teneva veramente tanto, le usava come panca. Seduto su questi massi Padre Pio recitava il rosario, meditava e pregava il Signore, sicuramente è proprio qui che il frate dialogava
con Gesù e la Madonna). Ed ora un riposino seduti sulle panchine all'interno di questo luogo di un'importanza storico-spirituale, osservando attentamente tutti questi posti dove il Santo Pio è stato, ma soprattutto assaporando questo senso di pace profonda. Ed ora via verso l'ultimo luogo santo da visitare e cioè La Masseria. (In questa cascina la famiglia Forgione passava i mesi estivi quando si lavorava la terra. La

Masseria è formata da un'unico stanzone con soppalco, senza intonaco, ne pavimento e con un focolare, dove oggi

sono conservati gli attrezzi che all'epoca usavano i contadini nei campi, come i vasellami, o la pietra per trebbiare il grano,una volta li si depositava il fieno. Proprio in queste campagne il piccolo Francesco pascolava il suo gregge, trascorrendo molte ore di pace, che le passava a studiare e a pregare. Proprio questo luogo fu infatti determinante per il suo cammino spirituale, che ispirò la sua vocazione, diventando cosi per tutti Padre Pio).

Uscita dalla masseria avevo una sensazione diversa rispetto al giorno prima, di quando siamo arrivati, mi sentivo più leggera, ma soprattutto soddisfatta che tutto era andato bene e felice nel vedere i miei genitori cosi contenti che gli hanno brillato gli occhi dall'inizio fino alla fine di questo viaggio, la mia gioia più grande sono stati proprio

loro. Un ultimo saluto a Piana Romana e via alla ricerca di un

posto dove mangiare. Ho vinto io!!!!!! Ci siamo fermati all'agriturismo La Vecchia Fattoria. Abbiamo mangiato   
 veramente, ma veramente molto bene, un'altro luogo dove ritorneremo molto volentieri. Finito di mangiare abbiamo fatto una passeggiata all'interno della fattoria , dove ci hanno permesso di vedere gli animali. Che dire non potevamo che concludere in bellezza questo piccolo ma molto intenso viaggio spirituale.
 Ed ora via, direzione casa!!! Un'ultima cosa la devo dire, e cioè grazie a mio marito che ha fatto in modo che il sogno di portare i miei genitori nel paese natale di Padre Pio si è realizzato, quindi chiudo dicendo grazie vita mia.  
   




La Vecchia Fattoria : www.lavecchiafattoriaagriturismo.it









    



30.7.13

UNA GIORNATA AD ORVIETO

UNA GIORNATA A ORVIETO 25/07/13

Che bello, era tanto che non facevamo una gita di una giornata, ed io volevo veramente farla. Come dal titolo scritto avrete capito che la città che abbiamo visitato é stata Orvieto, anche perché per passare solo una giornata non ci andava di andare molto lontano da Roma altrimenti avremmo rischiato di passare la maggior parte del nostro tempo in macchina. Come strada abbiamo deciso di fare la cassia, in modo da poter vedere i paesini mentre ci passiamo in mezzo. Ad un certo punto in lontananza vediamo proprio sopra un monte a strapiombo Orvieto che spicca in tutto il suo splendore, cosi ci accostiamo ad un belvedere che hanno creato apposta e facciamo qualche foto.....Sembra promettere bene questa

giornata !!!!Ok arriviamo, e ci troviamo subito in un posteggio a pagamento, da dove per poter arrivare in cima al palazzo dobbiamo prendere la funicolare ma siccome noi abbiamo il pranzo al sacco non ci va poi di ritornare in dietro cosi decidiamo di continuare con la macchina facendo attenzione alla ZTL dato che Orvieto é piena. Finalmente ci siamo, arriviamo al parcheggio in cima, proprio dove si arriva con la funicolare e dove si trova di lato il famosissimo Pozzo di San Patrizio. Qui si trovano sia strisce blu, cioè a pagamento, che strisce bianche, cioè libere. Noi la mettiamo a pagamento per circa due ore e da li andiamo subito a visitare il Pozzo. (La costruzione del Pozzo iniziò dopo il 1527, anno in cui il Papa Clemente VII si rifugiò ad Orvieto in seguito alla discesa dei Lanzichenecchi. Durante quel periodo il Pontefice ordinò la costruzione di cisterne e pozzi per assicurare alla città un'autonomia

idrica in caso di invasione. Il più importante doveva essere quello a servizio della Rocca, il cui progetto fu affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane, architetto di fiducia del Papa. La concezione del Pozzo fu basata su una struttura a doppia elica che, raggiungendo le sorgenti a oltre 50 metri di profondità, permettesse il trasporto in superficie
dell'acqua senza intralci per uomini e muli.Le operazioni di scavo furono eseguite in corrispondenza delle fonti di San Zeno ai piedi della rupe. I lavori proseguirono sotto la direzione di Giovan Battista da Cortona e terminarono nel 1537, sotto il pontificato di Paolo III (Alessandro Farnese), che ordinò di coronare il cilindro esterno del pozzo con i gigli farnesiani a testimonianza della sua 
presenza in Orvieto. Il Pozzo di San Patrizio 

a sezione circolare, è profondo quasi 62 metri e largo circa 13,40 metri. Due portoni diametralmente opposti danno l'accesso alle due scale a chiocciola, una per la discesa e l'altra per la risalita, concepite in modo tale da essere indipendenti e non comunicanti tra loro. Ogni scala conta 248 scalini che in passato consentivano alle bestie da soma di raggiungere agevolmente il fondo, dove è collocato un ponte di legno sopra il livello 
dell'acqua. Terminate le operazioni di riempimento si attraversava il ponte per poi risalire dalla parte opposta senza intralciare il passo ad altri impegnati nella discesa. Il Pozzo è illuminato da 70 finestroni da cui è possibile affacciarsi e visualizzare la sua 
profondità). Sinceramente non me l'ho credevo cosi, pensavo più ad una costruzione molto più piccina, mentre invece ci siamo trovati davanti ad una costruzione veramente imponente, almeno a me all'inizio ha messo un po' di inquietudine e non nascondo anche un po' di spavento, con questi finestroni al suo interno dove ti ci puoi sedere e vedere il pozzo in tutto il suo splendore. Il prezzo del biglietto é di 5 euro per adulto e 3,50 a minore. Dopo essere risaliti e riaver visto la luce del sole ci siamo diretti alla macchina, dove abbiamo preso le borse termiche con il nostro pranzo e ci siamo diretti all'interno della Fortezza Albaronz, che é anche un parco 
pubblico dove ci si può rilassare sulle tante panchine e dove noi abbiamo deciso di pranzare. Certi posti ti riportano realmente in dietro nel tempo. (Nella parte sinistra di Piazza Cahen sorge la Fortezza dell'Albornoz,

fondata per ordine del Cardinale Albornoz nel 1364, sotto l'ordine di Papa Innocenzo VI e su istruzione del condottiero ed ingegnere militare Ugolino di Montemarte. La fortezza sorse più per dimostrare l'inespugnabilità di certi territori che per ragioni strettamente militari. Nel primo secolo di vita ebbe un'esistenza piuttosto turbolenta. Nel 1390 fu distrutta a causa di lotte cittadine, ma fu dinuovo ricostruita, con l'aggiunta del torrione, nel 1450 da Antonio Carpi sostituito da Bernardo Rossellino. Nel primo Cinquecento fu restaurata e rimessa completamente in sesto dai soldati pontifici. Fino al ' 700 restò in funzione come struttura militare me nei primi anni del '800 cadde in rovina. Da quel momento cambiò destinazione fino a diventare l'attuale sede dei giardini pubblici). Dopo esserci abbuffati con pasta fredda, insalata di pollo e omelette, ci siamo bevuti un buon caffè freddo, via abbiamo sistemato, ripulito e ci siamo diretti verso la macchina per riposare le borse e per nostra fortuna ci siamo accorti che si era liberato un posto auto sulle strisce
bianche, cosi spostata la macchina e non avendo più il problema del tempo ci siamo incamminati verso il centro, per scoprire tutti i segreti nascosti di Orvieto.(Orvieto è situata al centro dell'Italia, al confine tra l'Umbria, a cui appartiene, la Toscana e il Lazio. Edificata in cima a ripide rocce di tufo, è sempre stata una città maestosa e affascinante. I suoi punti di forza sono proprio la posizione centrale e il fascino della piccola città d'arte a misura d'uomo. Fu città etrusca fra le più importanti. Il Medioevo e il Rinascimento hanno disegnato la città nei suoi tratti salienti. Tutto in Orvieto ci riporta ad un passato che si legge ovunque, protetto valorizzato grazie alle opere di risanamento e di recupero degli ultimi anni). E' un vero piacere camminare in queste vie dove si respira la storia che fu...... Che spettacolo, uscendo da una via ci troviamo in una piazza dove lo sguardo cade immediatamente sulla stupenda Chiesa di Sant'Andrea. (La prima chiesa di
Sant’Andrea fu eretto sull’area di un
preesistente tempio, è la chiesa cristiana più antica di Orvieto. Negli anni tra il 1926 ed il 1930, su disegno di Gustavo Giovannoni, l’edificio subì un profondo restauro. Prima che sorgesse il Duomo, Sant’Andrea ebbe grande importanza nella vita religiosa e politica della città. Vi si celebrarono gli avvenimenti più importanti:

qui furono firmati atti di pace, appesi trofei di guerra, pubblicate divisioni di feudi ecc. L'interno è basilicale, a tre navate, la maggiore è sorretta da colonne di granito con eleganti capitelli, sono visibili affreschi del Tre-Quattrocento e altri della scuola del Signorelli, un pulpito intagliato e ornato di mosaici. L’esterno presenta un notevole portale trecentesco, di marmo rosso a colonnati, ed un bel porticato sul lato sinistro. La torre campanaria, unita alla facciata della chiesa, ha perduto l'aspetto primitivo, essendo stata mozzata e intonacata: ha la pianta dodecagona e le finestre divise da colonnette di puro stile lombardo). Si molto bella veramente. Dopo aver visitato la chiesa giriamo un pochino in Piazza della Repubblica, che merita di essere vista per bene. (Il centro della città è Piazza della Repubblica, che occupa il posto dove probabilmente sorgeva un tempo il Foro etrusco-romano. Su un lato della piazza si trova il Palazzo Comunale del XIII secolo, rinnovato nel ‘500. L'attuale municipio come lo vedete adesso fu edificato sull'antico palazzo medievale tra il 1573 e il

1581 su progetto di Ippolito Scalza; tra il palazzo comunale e la chiesa di Sant'Andrea è collocata la torre campanaria dalla strana forma dodecagonale, che funge da torre civica e anche da campanile per l'edificio sacro. Sull'altro lato si trova la Chiesa di Sant'Andrea).Orvieto mi sta sorprendendo sempre di più, non é molto grande, ma é veramente tutta da gurdare, ogni angolo, ogni mattone hanno da raccontare qualcosa, sinceramente oggi non vorrei più andare via da qui.....Ok, lasciamo la piazza per continuare a camminare fino a trovarci davanti al Palazzo Simoncelli. (Palazzo Filippeschi Simoncelli realizzato su un’antica dimora dei ghibellini Filippeschi, esiliati da Orvieto nel 1313 e poi appartenuto alle famiglie Simoncelli e Petrangeli.Elegante e armonica architettura forse realizzata da Bernardo Rossellino. Raffinato cortile loggiato e interessante ciclo di affreschi nelle sale interne. La facciata è in stile

tardo cinquecentesco. All'interno vi sono decorazioni e riadattamenti in stile sette-ottocenteschi. Tra gli ospiti di Palazzo Filippeschi Simoncelli va senz’altro ricordata una giovane Caterina de Medici che vi soggiornò nel 1532, che sarebbe poi divenuta Regina di Francia). Veramente un bel palazzo. Mamma mia oggi fa veramente caldo, ma questo di certo non ci ferma, cosi continuiamo il nostro percorso, fino ad arrivare davanti al Complesso di Sant'Agostino.(http://www.museomodo.it/) (Originariamente inclusa nell'antico insediamento urbano degli Agostiniani, radicalmente restaurata dopo alterne vicende nel 1724, la Chiesa di Sant'Agostino in Orvieto, situata in Piazza San Giovenale,  è oggi sede distaccata del Museo per le esposizioni temporanee delle collezioni del Museo dell'Opera del Duomo. Attualmente vi è esposto il complesso scultoreo delle statue

degli Apostoli e dei Santi protettori, realizzato tra la fine del XVI e l'inizio del XVIII secolo, e lo splendido gruppo dell' Annunciazione 

(1603-1608) di Francesco Mochi. Accoglierà successivamente altri segmenti e selezioni tematiche delle collezioni dell'Opera del Duomo).Purtroppo decidiamo di non entrare perché non abbiamo molto tempo per vedere i musei, dato che la nostra gita ad Orvieto dura solo un giorno, ma la prossima volta che veniamo ci fermeremo almeno un giorno in modo da poterla vedere più approfonditamente, perché merita veramente tanto. Ed ora arriviamo fino alla fine del paese e cioé alla Chiesa di San Giovenale. (Questa chiesa probabilmente rappresentava l' antico duomo di

Orvieto. Costruita agli inizi del 1000, é uno dei significativi esempi dell'arte romanico-gotica; ampliata nel XIV secolo ha all'interno interessanti affreschi di scuola orvietana del '200-'300. La facciata a capanna monocuspidata é liscia e costruita in tufo, materiale primario delle costruzioni orvietane). Peccato che era chiusa l'avremmo vista molto volentieri. Questa chiesa é stata costruita in un luogo molto suggestivo, dato che sta ha strapiombo, ed é veramente interessante

il panorama che offre sulla valle. Ed ora via si ritorna in dietro, passando per altri vicoletti di questa stupenda cittadina. Però ad un certo punto notiamo un cancello di un'abitazione privata completamente aperto, e notiamo un bel panorama, cosi non resistiamo ed entriamo per fare una foto, mio Dio quando stiamo in vacanza non ci fermiamo davanti a nulla, ahahahah......  Senza neanche rendercene conto arriviamo davanti al Duomo di Orvieto. (Simbolo della città, é un gioiello dell'architetture romanico-gotica, la cui costruzione ebbe inizio nel 1290 per volontà

del Papa Nicolò IV. La sintesi e la l'armonia degli stili si sublima nello slancio verticale e nello splendore dei mosaici della facciata, opera di Lorenzo Maitani. Nella cappella del Corporale affrescata da Ugolino di Prete Ilario,si conserva il lino macchiato del Sangue di Cristo durante il miracolo di Bolsena nel 1263 e il Reliquiario di Ugolino

di Vieri. Uno dei maggiori cicli pittorici del Rinascimento é quello della Cappella di San Brizio: gli affreschi iniziati da Beato Angelico con l'aiuto di Bernozzo Gozzoli, sono opera di Luca Signorelli.Di pregio sono anche gli affreschi nell'abside, la Madonna con Bambino di Gentile Fabriano e il gruppo della Pietà opera di Ippolito Scalza). Purtoppo quando siamo arrivati noi era chiuso, ma se il dentro si presenta come il fuori allora credo che sia un vero e proprio capolavoro,
un'ottimo motivo per tornare il prima possibile. Dopo aver fatto un bel po' di foto, decidiamo di rinfrescarci prendendo un'ottimo gelato.  Uffa ci siamo, la nostra giornata ad orvieto sta terminando, ma prima dobbiamo fare una foto alla porta di uscita di Orvieto, cioè Porta Maggiore. (Porta Maggiore si apre in fondo alla discesa della Cava, ed è una delle più antiche porte di Orvieto, forse la più antica, dato che risale al periodo etrusco. Posta ad occidente, è stata per secoli l’unico accesso alla città, come testimonia Procopio da Cesarea, che nel VI secolo descriveva l’assedio e la liberazione di Orvieto da parte di Belisario. Unico
accesso e quindi difeso, in epoca etrusca, da un grande muro arretrato rispetto al perimetro della rupe, il Teikos descritto da Zonara nell’XI secolo. Qui nel 1966 fu, infatti, rinvenuto un muro di grossi blocchi di tufo squadrati accostati gli uni agli altri

senza malta, secondo la tecnica più antica. La posizione sembra avvalorare l’ipotesi che si tratti proprio del muro dell’antica porta di accesso alla città etrusca.Sopra la Porta è una statua di Bonifacio VIII, eretta nel 1297, quando il pontefice fu eletto capitano del popolo di Orvieto, e si recò in questa città fra grandi e festose accoglienze). Ciao Orvieto a presto..... lungo la strada del ritorno decidiamo di farci delle ultime foto nei campi con le balle di fieno. Almeno io devo ammetterlo, ho passata una giornata stupenda forse anche perché stavo con i miei uomini, mio marito e mio nipote. 

29.1.13

CONSIGLI DI VIAGGIO




Benvenuti a tutti nel mio blog!!! Mi chiamo Rosy ed ho 33 anni sono nata a Roma dove vivo e vivrò per sempre.Questa città mi ha dato molto, 15 anni fà ho conosciuto Maurizio l'uomo che dieci anni fà è diventato mio marito, rendendomi la donna più felice del mondo, non potrei mai lasciare Roma,con tutto quello che mi ha dato e mi continua a dare ogni giorno. Ho deciso di aprirmi questo blog per condividere con tutti le emozioni dei miei viaggi.Cercherò nel modo migliore e più breve possibile di darvi dei consigli per quanto riguarda le città dove io sono stata.

CRACOVIA

CRACOVIA
Rynek Glòwny Piazza del Mercato. (A pianta quadrata con i lati lunghi 200 metri, é la piazza più grande della Polonia. Realizzata nel 1257, benché gli edifici che la circondano siano cambiati più volte, la piazza é sempre stata e continua tutt'ora ad essere il fulcro sociale e commerciale del centro storico. Al centro sorge il magnifico Fondaco dei Tessuti, nelle sue vicinanze si può ammirare la minuscola Chiesa di Sant' Adalberto, mentre a nord si erge la statua di Adam Mickiewicz, nell'angolo nord-orientale della piazza campeggia la Chiesa di Santa Maria, mentre a ovest del Fondaco dei Tessuti si trova la Torre del Municipio. Nella piazza si tengono spesso concerti all'aperto, il che insieme alla presenza di numerosi bar, ristoranti, negozi e banche contribuisce a rendere vivace e animata questa storica piazza